L’Università di Genova si è avvalsa per anni del supporto di centinaia di collaboratori con contratti precari ma costantemente rinnovati per sopperire alle carenze d’organico.
Non sono stati comunicati i numeri precisi ma si stimano in diverse centinaia lavoratori precari (amministrativi, tecnici, bibliotecari, manager didattici ecc.).
A seguito dell’ultima legge finanziaria (art.3 comma 90 legge 244/2007) queste tipologie di contratto non possono più essere stipulate se non limitatamente a particolarissime condizioni.
Lo scopo è eliminare il precariato stabilizzando coloro il cui lavoro è chiaramente utile e non corrisponde ad un’esigenza temporanea.
Purtroppo questo nobile fine è completamente travisato dai pareri fortemente restrittivi della Funzione Pubblica, diffusi tramite successive circolari.
L’Università di Genova, anche se potrebbe avvalersi della propria autonomia e decidere il suo futuro e quello di centinaia di lavoratori in maniera indipendente, ritiene di attenersi a queste circolari in pratica lasciando a casa tutti questi lavoratori che hanno così la definitiva conferma di avere tanti doveri e nessun diritto (di fatto nemmeno la malattia!).
L’unica alternativa che è già stata attuata, e che comunque non si potrà applicare per molti, è stata quella di impiegare alcune persone tramite agenzia di lavoro a somministrazione (ex interinale), con un costo ecisamente maggiore per l’Ateneo rispetto ai precedenti contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
Eliminare il precariato producendo disoccupazione è un controsenso! A queste condizioni evviva il precariato!
Prima del 9 giugno p.v., data in cui si riunirà il Senato accademico per decidere anche delle nostre sorti, chiediamo un incontro con il Direttore Amministrativo per avere delle risposte chiare ed univoche.