IN MEMORIA DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE?


Questo pomeriggio, davanti a Lettere e Filosofia erano più di tremila, una marea. Studenti provenient
i da tutte le facoltà, gli occhi bassi, vestiti a lutto, ragazze in prima fila coperte da un velo nero, con i fiori, i ceri e le candele. Tutti si sono stretti attorno alla salma della Pubblica Istruzione per l’estremo saluto.

Il funerale ha avuto inizio alle cinque, quando i feretri sono usciti dai cancelli di Balbi 4 sulle spalle dei necrofori per dirigersi verso piazza de Ferrari, luogo d’inaugurazione del Festival della Scienza. Una vetrina che suona come un sintomo grave di schizofrenia, per un Paese che da anni dissangua ricerca e cultura e che proprio ora è in procinto di dar loro il colpo di grazia.

Il corteo funebre si è mosso sulle note del requiem di Mozart lungo la città fino a De Ferrari, dove si è unito alla rappresentanza di SOS Scuola e ai Ricercatori Precari, trasformando il lutto in lotta gioiosa. Maestre, genitori e bambini hanno sfilato e ballato con gli studenti fino a piazza dell’Annunziata, riaffermando una volta per tutte che la Riforma Gelmini e il decreto Brunetta vanno abrogati senza mezzi termini e che non lasceranno gli studenti e i precari dell’università soli in questa battaglia. 

Al termine della manifestazione il corteo si è presentato in massa all’incontro tra i docenti e gli enti locali con due richieste: il blocco totale delle didattica per un giorno intero di tutte le facoltà, per permettere a tutti di partecipare a una assemblea di Ateneo; la sottoscrizione dei docenti di un documento nel quale dichiarino che non lavoreranno per una fondazione universitaria.
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