MERCOLEDÌ 13 NOVEMBRE – ORE 21 – CORTEO NOTTURNO CONTRO LA RIFORMA
LA PUPAZZA, PRATICHE DI LIBERAZIONE
Pupazza è la rappresentazione grottesca di un personaggio che
rappresenta il potere costituito. Appartiene alla tradizione popolare
e contadina e rappresenta in sé la Terra e il rapporto che l’uomo
ha con questa.
L’atto
di bruciare il pupazzo, ovvero il simbolo, ovvero la Terra, significa
eliminare il vecchio e al contempo fertilizzare per permettere dal
vecchio la nascita del nuovo. Tradizionalmente questo evento di festa
si svolgeva in contemporanea con l’incendio dei campi a fine
raccolto per dare carbonio al terreno e renderlo fecondo.
La
combustione della Pupazza è simbolo della lotta contro uno stato di
cose vecchio, gerarchico, decadente e moribondo e quindi per la
nascita di una nuova epoca non sottomessa alla “verità seria dei
dogmi gerarchici”. All’epoca la verità seria era quella del
Medioevo, società chiusa, austera e verticale, oggi è il sistema
attuale che mira all’impoverimento della collettività, della
criticità e della cultura.
Lo
strumento/metodo di questa lotta era l’abbassamento di tutto ciò
che era alto, compiuto e immutabile verso il basso, verso la Terra.
In questo modo si detronizza la “cosa”, si distrugge e al
contempo la si rinnova attraverso un uso imprevisto di essa.
Vuol
dire prendere il mondo e la sua organizzazione gerarchica e
immutabile e portarlo verso l’uomo, renderlo familiare per
abbattere la Paura Cosmica dell’uomo per l’universo, paura innata
ma soprattutto coltivata dalle dottrine gerarchiche per mantenere
l’uomo in un atteggiamento di sottomissione.
La
vittoria delle pratiche popolari risiede nell’universalità, nella
folla, nel corpo popolare, l’essere insieme in una manifestazione
annulla il corpo individuale e la sua morte, le persone sentono la
propria unità storica di durata ininterrotta, la propria
“immortalità relativa”.
È la
vittoria del cambiamento, per questo motivo non c’è spazio per la
paura, la paura appartiene solo a chi si stacca dal tutto, a quella
parte che sta morendo.
In
questi momenti di lotta noi siamo più vivi che mai! Bruciamo in
piazza l’ignoranza e il vecchio che passano per l’omologazione
delle menti e dei saperi, fertilizziamo con le ceneri della nostra
Pupazza una nuova cultura libera e consapevole.
Il
nostro corpo non si annulla ma si moltiplica ed espande,
NOI
NON ABBIAMO PAURA!